L’espressione del risultato aPTT in termini di ratio (aPTTpaziente/aPTTnormale) è conveniente e intuitiva. Tale espressione è in particolare usata quando si refertano i risultati nei pazienti in trattamento con eparina non frazionata. Non esistono linee guida sul valore da porre al denominatore e mi limiterò quindi a discutere le diverse modalità insieme ai pro e ai contro
1. Uso del valore aPTT basale del paziente, misurato prima dell’inizio dell’infusione. Questa modalità nella pratica è raramente possibile, perché difficilmente il laboratorio avrà a disposizione il plasma del paziente prima dell’infusione. Però, in linea teorica, sarebbe la soluzione più razionale perché consentirebbe di aggiustare la quantità di eparina non frazionata proprio sul prolungamento specifico dell’aPTT del singolo paziente. Ad esempio, potrebbe capitare che l’aPTT basale del paziente sia sensibilmente accorciato per un fatto costituzionale o per un aumento del fattore VIII che, essendo una proteina della fase acuta, potrebbe aumentare durante l’evento trombotico.
2. Uso del valore dell’aPTT determinato sul pool normale giornaliero. Questa modalità avrebbe il vantaggio di tenere sotto controllo anche la variabilità metodologica, normalizzando i risultati ottenuti in giorni diversi.
3. Uso del valore medio normale di aPTT determinata in precedenza come media dell’aPTT di più soggetti normali. Con questa procedura si vanificherebbe il vantaggio di cui al punto 2. Inoltre, la media predeterminata anche se più pratica, avrebbe lo svantaggio di dipendere dal lotto di reagente usato. Ci sono ampie variazioni da lotto a lotto, soprattutto per alcuni reagenti del commercio. Pertanto, sarebbe necessario ricalcolare il valore ad ogni cambio di lotto.
Considerando i pro e i contro, penso che la scelta più semplice sia l’uso del pool giornaliero che, se preparato e conservato correttamente, è un valore di sicuro riferimento.
Se la scelta cade sul pool è opportuno che questo sia analizzato insieme ai campioni dei pazienti in ogni serie analitica.
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