Armando Tripodi

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Autore: Armando Tripodi
19/02/2024
E se tornassimo alle origini….?

Non ho trovato stime sul costo della spesa che il SSN supporta annualmente per gli esami del sangue nel nostro Paese. Tuttavia, è presumibile che essi siano rilevanti. A mio giudizio una parte di questi costi è da attribuire alla inappropriatezza di molte richieste. La mancata appropriatezza è spesso legata alla mancanza di una reale conoscenza sul significato del test prescritto che taluni hanno. Ovviamente, non mi riferisco al significato dei test più semplici (es. emocromo, glucosio, urea, acido urico, colesterolo, ecc.) di cui tutti hanno cognizione. Intendo piuttosto riferirmi ai test più nuovi e specialistici, per il quali le conoscenze sono più approssimative, come succede ad esempio per i test dell’emostasi. Due esempi per tutti. Spesso viene prescritta la misura dell’attività del fattore V, o del fattore II, quando invece l’intenzione sarebbe stata quella di prescrivere la ricerca delle mutazioni denominate fattore V Leiden o del FII. In questo caso si fa confusione fra le due richieste, che hanno in comune solo una assonanza linguistica, ma un significato completamente diverso. Un altro esempio è la richiesta per la ricerca della mutazione (meglio sarebbe dire polimorfismo) della MTHFR, nella speranza che questo esame possa identificare quei soggetti (positivi) che sono maggiormente esposti a un rischio di trombosi. In questo caso la richiesta deriva da una ignoranza sull’esatto significato (valore) del polimorfismo in oggetto. Ad una attenta disamina della letteratura, risulta infatti che la presenza del polimorfismo MTHFR (soprattutto allo stato eterozigote) è una condizione presente in circa 1/3 della popolazione generale e (soprattutto) che tale positività non ha, secondo le conoscenze attuali, alcun rilievo clinico. D’altro canto, come potrebbe essere il contrario? Se il polimorfismo MTHFR affligge una fetta così ampia della popolazione generale, molti di noi dovremmo essere a rischio trombotico, cosa che evidentemente non è. Potrei fare numerosi altri esempi, ma penso che il lettore abbia capito quale è la portata e il costo per il SSN della richiesta di test inappropriati.
Come porre rimedio? Tornando appunto alle origini, quando c’era il PATOLOGO CLINICO (l’attuale responsabile del laboratorio), al quale il medico prescrittore si poteva rivolgere, esponendo il caso clinico e chiedendo consiglio su quali erano i test più appropriati da prescrivere per giungere presto e bene alla diagnosi. La figura del patologo clinico non esiste più, o se esiste, è marginalizzata. Perché stupirsi allora dello stato attuale della diagnostica di laboratorio, che è stata spesso (per fortuna non sempre) trasformata in un esamificio, con centralizzazioni forsennate dei servizi di laboratorio, che hanno fatto perdere le competenze specifiche sul reale significato di molti test.
Io penso che sarebbe ora che ciascuno di noi si riappropriasse delle prerogative che gli/le sono proprie e cercasse di acquisire e usare le competenze necessarie per rendere sempre più appropriate le richieste degli esami di laboratorio, evitando sprechi in un momento dove di sprechi non abbiamo alcun bisogno. Non tutti, ma taluni dei miei lettori diranno che la colpa è altrove. Un modo come un altro per scaricare le responsabilità. Io credo che le responsabilità sono di tutti, inclusi (a maggior ragione) quelli che praticano il laboratorio. Sono loro che devono mettere a disposizione le loro competenze, anche quando queste non sono esplicitamente richieste. Ovviamente nel mondo ideale che prospetto io, ciascuno di noi, se non lo è, dovrebbe diventare competente attraverso lo studio e l’applicazione. Questo però da solo non basta, perché molto spesso la controparte (i prescrittori dei test) sono convinti di sapere quello che c’è da sapere. Allora, dovrebbe essere il laboratorio a fare il primo passo e promuovere tutte quelle iniziative di formazione che facilitino l’incontro fra prescrittore ed esperto di laboratorio. Nel mondo moderno forse non è importante come si eseguono i test. Per questo ci sono le macchine, che hanno raggiunto un livello elevato di affidabilità. Forse è più importante (almeno nell’emostasi) come vengono interpretati i risultati che dai test di laboratori derivano.

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