Armando Tripodi

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Autore: Armando Tripodi
06/10/2024
Coagulometri foto ottici vs elettromeccanici

I principali tipi di coagulometri commercialmente disponibili sfruttano per la rilevazione del coagulo il principio foto ottico o quello elettromeccanico. Molto si è scritto e detto sulla necessità di usare l’uno o l’altro. Il sistema foto ottico rileva il coagulo mediante la misura della variazione di densità ottica nel momento in cui compaiono i primi filamenti di fibrina. Il sistema elettromeccanico rileva invece il coagulo mediante la misura della impedenza elettrica (e/o meccanica) determinata dalla formazione del coagulo. A stretto rigore il sistema foto ottico potrebbe essere influenzato dalla colorazione di base del plasma, nei casi in cui quest’ultimo provenga, ad esempio, da paziente con ittero (elevati livelli di bilirubina), iper-lipemico o da campione emolizzato. Di contro. il sistema elettromeccanico per definizione non è influenzato dalle variabili di cui sopra. Sorge allora il problema di scegliere l’uno piuttosto che l’altro, anche se le condizioni di cui sopra sono nella pratica relativamente rare. L’esperienza pratica e i dati della letteratura non sono, tuttavia, così definitivi per indirizzare la scelta. Molti dei sistemi foto ottici di ultima generazione dispongono di algoritmi capaci di “correggere”, entro certi limiti, la densità ottica dovuta al colore o alla torbidità del plasma. A questo riguardo, le condizioni più studiate riguardano l’interferenza della bilirubina. Uno studio recente condotto nel nostro laboratorio (Scalambrino et al, Clin Chem Lab Med 2023; 61:e244-e247) ha valutato il tempo di protrombina (PT) e il tempo di tromboplastina parziale attivato (aPTT), misurato su plasma di pazienti con bilirubina elevata [media (range interquartile), 57.9 mg/dL (0.2.46.9)]. La misura è stata eseguita in parallelo sugli stessi plasmi con coagulometro elettromeccanico e foto ottico, utilizzando su ambedue i coagulometri lo stesso reagente. I risultati dimostrano una modesta interferenza (per altro di scarso significato clinico) da parte della bilirubina, quando il PT e aPTT sono eseguiti con sistema foto ottico, e i risultati espressi come tempo di coagulazione (secondi). L’interferenza viene eliminata quando i risultati sono espressi come ratio (paziente/normale). Per i plasmi fortemente iper-lipemici, temo che non ci sia altra scelta che il sistema elettromeccanico, o il metodo manuale. L’emolisi è un problema da considerare a parte.
L’emolisi potrebbe interferire sui risultati di PT/aPTT, non solo per il colore del plasma, ma anche perché la rottura dei globuli rossi determina una fuoriuscita nel plasma di sostanze a potenziale carica procoagulante. Nella maggior parte dei casi un plasma emolizzato è conseguenza di una errata esecuzione del prelievo e, pertanto, dovrebbe essere scartato. Fornire un risultato, anche se commentato per la presenza di emolisi, non risolve il problema perché il medico che ha richiesto il test non saprebbe come interpretare il risultato. Pertanto, il mio consiglio è di non eseguire il test e richiedere un nuovo campione.

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