Test di funzione. I test di funzione per la proteina S (PS) sfruttano la sua attività cofattoriale nei riguardi della proteina C attivata (APC), facilitando il legame dell’APC ai fosfolipidi delle membrane cellulari, dove si esplica la sua funzione inibitoria. I test di funzione commercialmente disponibili sono test coagulatori basati sul tempo di protrombina (PT) o sul tempo di tromboplastina parziale attivato (APTT). La determinazione dell’attività PS avviene attraverso la rilevazione dell’entità del prolungamento del tempo di coagulazione di una miscela composta da plasma carente di PS, plasma test e reagenti (PT o APTT).
Test antigene. Misurano la concentrazione della proteina, ma non la sua funzione. A causa della peculiare distribuzione nel plasma (la PS circola in parte legata al C4BP e in parte libera), la misura antigenica può essere effettuata mediante tecniche immunometriche che riconoscono l’antigene totale, o l’antigene libero. L’antigene totale può essere misurato sul plasma diluito dopo opportuna incubazione per favorire la completa dissociazione della PS dal C4BP. Se la dissociazione è parziale si potrebbero sottostimare i livelli di PS, poichè la parte complessata potrebbe non essere riconosciuta dall’anticorpo. L’antigene libero si misura con tecnica immunometriche nel supernatante, dopo trattamento del plasma con Polyethilen-Glycol (PEG), che precipita la PS complessata con il C4BP. La bontà della determinazione dipende in larga misura dalla qualità della precipitazione, che deve essere attentamente standardizzata. Pur essendo un buon metodo, esso funziona bene solo in mani esperte. Una alternativa di gran lunga più praticabile è la misura della PS libera mediante un sistema immunometrico con anticorpo monoclonale capace di riconoscere solo la PS libera, oppure mediante un sistema che usa come catturante della PS libera il ligando naturale (il C4BP appunto). Alcuni di questi metodi sono realizzabili in maniera completamente automatizzata sui comuni coagulometri.
Cosa scegliere. In linea di principio il test di scelta sarebbe il test di funzione, perchè solo esso consentirebbe di identificare con un solo test tutte le forme di difetto di interesse clinico, cioè le carenze di sintesi (ridotto antigene e funzione) e carenze disfunzionali (normale antigene e ridotta funzione). È opportuno, però, tener presente che i metodi funzionali sono soggetti ad una serie di interferenze, primo fra tutti la presenza della mutazione del FV Leiden, per cui non è infrequente riscontrare ridotti livelli di PS attività in pazienti con questa mutazione. Fra le misure antigeniche, la misura della PS libera è da preferirsi alla PS totale perché essa sembra essere più diagnostica per le carenze congenite.
armando.tripodi@unimi.it
DISCLAIMER